VETRO MURRINO. DA ALTINO A MURANO
A Venezia รจ stata inaugurata la mostra "Vetro murrino. Da Altino a Murano" che si articola in due parti in modo da mettere a confronto i vetri ritrovati di epoca romana e quelli moderni, in sedi differenti: la prima sezione nel Museo Archeologico di Altino e la seconda nel Museo del Vetro di Murano.
La mostra parla di quella tecnica vecchia di tre millenni che consiste nel creare superfici di vetro come piatti, vasi e ciotole tramite l'accostamento delle "murrine".
Le murrine sono delle perline o tessere di vetro colorato monocromo o policromo ottenute tramite la sezione di lunghe canne di vetro. I diversi colori all'interno della canna sono dati dalla sovrapposizione di strati differenti di vetro durante la preparazione. Per ottenere i disegni invece (come i fiori) si deve posizionare il pastone di vetro molle in determinati stampi per poi proseguire a ricoprirlo con altri strati.
Il termine "murrino" รจ nato verso la fine del XIX e indica sia le murrine che gli artefatti composti da murrine. Le prime tracce di questa tecnica risalgono al 1500 a.C. in Mesopotamia. Sembra che nel 61 a.C. Pompeo importรฒ a Roma dei vasi in "murrha" che furono esposti nel tempio di Giove.
Questi vasi erano profumati, forse per le
resine usate nella lavorazione o forse
perchรฉ contenevano profumi, e per questo motivo il termine "murrina" potrebbe derivare da "myrra" o mirra, profumo.
L’apice di questa lavorazione si ebbe in epoca romana tra il I secolo
a.C. e il I secolo d.C. nella regione
“Venetia e Histria”, che va da Adria fino ad Aquileia. Durante il Medioevo tale tecnica andรฒ perduta ma verso la fine del XIX secolo i maestri vetrai veneziani ripresero la tecnica realizzando prodotti
che imitavano i murrini romani presso la vetreria Salviati ad opera di Vincenzo Moretti.
Foto da Flickr Alcuni diritti riservati a Roxelo Babenco
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